Lavoro come digital strategist e, per spiegarlo a mio nonno, che aveva sentito parlare di social network al telegiornale, dovetti raccontagli che facevo il social media manager. Con il risultato che, per anni, in famiglia hanno pensato facessi l’assistente sociale. 

Classe ottantaquattro, avellinese, padre di Michele dalla mezzanotte e tre del ventiquattro aprile duemiladiciannove, una laurea in Marketing Management e tanta formazione quotidiana sulle dinamiche di Google, Facebook e dell’evoluzione digital e, dal duemilaquattordici, in azione con la mia agenzia di comunicazione. 

Mi occupo di editoria, startup, food, social media, strategie di comunicazione e innovazione. E, per non farmi mancare niente, mi diletto ai fornelli condividendone tutto sulla mia pagina Instagram e mi faccio due ore di muay thai tre volte a settimana. 

Sono convinto che il web sia una cosa bellissima per svariati motivi: e perché abbatte i confini, e perché permette di raccontare a tutti la propria storia. E ancora più convinto che chi ha fatto del web il proprio mestiere abbia, oggi più di ieri (e domani più di oggi), un carico di responsabilità enorme per farne capire l’essenzialità e spiegare nei dettaglia la grammatica di questo linguaggio.